Ti aspettiamo, don Marco.
don Marco Carletto, finora parroco di Catena e Lancenigo, è stato nominato collaboratore pastorale della Collaborazione pastorale Treviso Est (parrocchie di Santa Maria del Rovere, San Pio X, Selvana e Fiera).
don Marco Carletto, finora parroco di Catena e Lancenigo, è stato nominato collaboratore pastorale della Collaborazione pastorale Treviso Est (parrocchie di Santa Maria del Rovere, San Pio X, Selvana e Fiera).
don Matteo Volpato, parroco di Fiera, è stato nominato amministratore parrocchiale della nostra parrocchia.
Domenica 18 giugno si è tenuta la messa di ingresso.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
So che queste parole, padre Michele, le sono particolarmente care, nel suo stemma.. un po’ come un biglietto da visita.
Oggi le preferisco ad altri passaggi del vangelo odierno che potrebbero apparire quasi provvidenzialmente..sarcastiche sul numero o la qualità degli operai e della messe. Che non sono solo le messe, giocando con le parole.
Mi auguro possano aiutare tutti noi a dire un grazie onesto e sapiente al Padre per il dono mai scontato di una comunità cristiana, dei sacerdoti che l’hanno voluta e guidata, dei tanti laici, diaconi e consacrati che la ravvivano e sostengono.
Questa gratitudine possa ricordarci un volto di Dio che non ci ha certo abbandonati, perché magari da adesso, sarete chiamati a collaborare con una seconda parrocchia o dover prendere l’auto o la bici per andare a messa all’orario preferito o parlare con il parroco.
Per me questa è un’opportunità. E la ringrazio della fiducia che mi ha chiesto. Non sarà subito facile, certo, ma non è la prima volta che accompagno più parrocchie e per questo vedo orizzonti e intuisco significati con speranza e rassicurante realismo. Da vivere tutti allora non con rammarico, scontenti o col muso lungo per i diritti persi, ma con respiro ampio, cuore grande e a testa alta.
Abbiamo da oggi una grande occasione: siamo chiamati ad affrontare una nuova pagina di chiesa locale, per ravvivare in noi le motivazioni e chiarire i fini per cui ci diciamo magari anche accalorati… comunità e riconosciamo cristiani.
Giovedì sera coi due CPP ci siamo accorti che per praticità e comodità.. le ostie sono rotonde. Un’abitudine scontata che però nasconde altri significati. Come spesso nelle nostre comunità, dove se ci si ferma a quanto è comodo e privato, rotondo, si rischia di perdere il senso del tutto. Ci siamo confrontati sulla differenza tra le ostie rotonde, complete, intere, autoreferenziali… certo pratiche, e l’ostia magna che viene rotta in frammenti, particula significa proprio quello, a ricordarci che la comunione con Cristo risorto funziona anche mentre ci riconferma gli uni frammenti per e con gli altri… in comunione tra chiese sorelle e non rivali e che ogni frammento cioè la nostra vita, va bene così non imperfetta o -peggio-difettata (Il padre mica ci ha creati coi difetti) ma… complementare e magari corresponsabile.
Papa Francesco stesso, qualche settimana fa, rivolgendosi ai referenti diocesani del cammino sinodale della Chiesa italiana, ha ricordato che l’autoreferenzialità può essere una malattia per la Chiesa, se chiude a guardarsi solo allo specchio dicendo io, io, la mia chiesa, la mia parrocchia, i miei successi, le mie abitudini… dentro una visione stagnante e asfittica, contraria proprio al Vangelo. Ha chiesto di riscoprirsi “Chiesa che cammina con gioia, con umiltà e con creatività dentro questo nostro tempo, con le sue esigenze, nella consapevolezza che siamo tutti vulnerabili e abbiamo bisogno gli uni degli altri.” Come frammenti, dicevamo.
Ha chiesto di non aver paura di sentirsi inquieti e soprattutto vulnerabili. Parole preziose. Che bello essere cristiani e preti vulnerabili, che non hanno magari sempre tutte le risposte certe e rassicuranti ma si mettono assieme in cammino, non a cercare consensi. Agli stessi consigli pastorali e a tutti voi, ho chiesto la pazienza di sentirmi rispondere “non lo so” a tante domande che mi farete, assieme però a un “vedremo assieme”. ….lo scopriremo, ci proveremo e lo verificheremo assieme. Non sono Google.
So anche per certo che don Sandro ha lavorato bene, anche con me quest’anno e quindi non si può che proseguire in linea… fin da subito.
Mesi fa lei a nome della nostra Chiesa di Treviso mi ha chiesto anche di accompagnare spiritualmente il CEIS e la ringrazio.
Il contatto con persone che stanno patendo dipendenze, carcere e i conti con la propria presunta libertà mi fa sempre tanto bene; la loro umanità alle corde mi aiuta a scavare in me le motivazioni di una speranza davvero cristiana ed evangelica e a trovare uno stile missionario che mi fa bene come parroco, soprattuto un linguaggio non clericale o religioso che spesso rischia di restare in superficie.
Credo siano per tutti passaggi urgenti oggi per essere chiesa missionaria non per le cose che dai ma per l’accoglienza e la luce che sai offrire. Penso anche in questo alla chiesa in uscita che sarà la nostra scuola, così numerosa di tante famiglie e situazioni da scoprire e alle quali dedicarsi.
Come farai adesso a star dietro a tutto?… mi hanno chiesto.. la cosa non mi spaventa. Non sono qui per quello, per fare tutto io come un commesso del sacro ma per assicurarmi che tutto sia fatto magari da tutti.. tutti quelli che sono disponibili, non da chi saprebbe sempre cosa far fare agli altri… un tutto aderente al qui e ora possibile, che non è il passato nostalgico degli aneddoti e dei bei ricordi di una chiesa colma e piena di consensi e nemmeno il futuro incerto ..ma un presente che è dono, da accogliere e donarsi gratuitamente.
Abbiamo anche ricordato che dal basso, da anni, sono cresciute le attività partecipate tra Fiera e Selvana e che non sono certo pochi o indifferenti le esperienze già attive di collaborazione.
Pensando poi alla questione degli orari delle messe mi ricordo del dito e della luna.. cioè quei 6 giorni e 23 ore in cui, al di là dell’ora della messa, saremo chiamati assieme a non preoccuparci del cosa facciamo adesso con un solo prete ma del perché faremo quel che siamo chiamati a fare… mai come oggi abbiamo bisogno di lasciarci scalfire dai perché più che rassicurare dai come.
Troveremo assieme uno stile nuovo e una modalità capaci di aiutarci a crescere in questa nuova fase, magari senza troppa paura e senza ansia. Ancora Papa Francesco faceva notare una cosa che credo ci faccia bene ora che probabilmente ci sarà un po’ di confusione nell’avviare questa nuova duplice ma unica esperienza “Pensate al processo degli Apostoli la mattina di Pentecoste: quella mattina era peggio! Disordine totale! E chi ha provocato quel “peggio” è lo Spirito: Lui è bravo a fare queste cose, il disordine, per smuovere… Ma lo stesso Spirito che ha provocato questo ha provocato l’armonia. Entrambe le cose sono fatte dallo Spirito, Lui è il protagonista, è Lui che fa queste cose. Non bisogna avere paura quando ci sono disordini provocati dallo Spirito, ma averne paura quando sono provocati dai nostri egoismi o dallo Spirito del male. Affidiamoci allo Spirito Santo. Lui è l’armonia. Lui fa tutto questo, il disordine, ma Lui è capace di fare l’armonia, che è una cosa totalmente diversa dall’ordine che noi potremmo fare da noi stessi“.
Ringraziando don Giovanni, nostro vicario foraneo, e quanti tra voi e per voi stanno preparando un momento di festa o hanno preparato questa celebrazione, ci affidiamo a questo stesso Spirito di comunione e armonia.
Ecco io faccio nuove tutte le cose, dice Gesù, questo Spirito ci sostenga e accompagni in questo nostro nuovo cammino.
don Matteo
I Consigli Pastorali di Fiera e Selvana hanno stabilito gli orari provvisori delle celebrazioni eucaristiche
(in vigore a partire da sabato 24 giugno e fino alla nomina di un collaboratore).
Feriale e prefesitivo
Ore 18.30
Festivo
Ore 9,00 e 11,00
Intenzioni per le Messe: si ricorda che quando viene celebrato un funerale, alla sera non si celebra la santa Messa.
Se ci sono intenzioni verranno ricordate la sera dopo.
Si veda la sezione con gli orari provvisori.
Il percorso inizia a fine ottobre 2022 con incontri quindicinali il venerdì presso l’oratorio parrocchiale.
Il primo incontro, di presentazione e conoscenza, si terrà mercoledì 19 ottobre 2022
alle ore 20.30 presso l’oratorio parrocchiale.
È l’ennesima emergenza cui la parrocchia cerca di porre rimedio chiedendo donazioni e aiuti.
«Ci attende una sfida importante e ci sarà bisogno del contributo di tutti affinché la nostra comunità possa continuare a contare su una casa accogliente e sicura».
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Per fare una donazione puoi utilizzare le seguenti coordinate bancarie:
IT97L0501812000000011678042
Le donazioni effettuate a favore della Parrocchia per lavori di restauro e risanamento conservativo, sono detraibili dai redditi del donante nei limiti previsti di anno in anno dalla normativa fiscale vigente.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. [...]
Una scena potente, drammatica, detta del “giudizio universale”, ma che in realtà è la rivelazione della verità ultima sull’uomo e sulla vita, su ciò che rimane quando non rimane più niente: l’amore. Perché il tempo dell’amore è più lungo del tempo della vita. La scena risponde a una domanda antica quanto l’uomo: cosa hai fatto di tuo fratello? La Parola offre in risposta sei opere ordinarie, poi apre una feritoia straordinaria: ciò che avete fatto a uno dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me! Gesù stabilisce un legame così stretto tra sé e gli uomini, da giungere a identificarsi con loro: l’avete fatto a me! Il povero è come Dio, è corpo e carne di Dio. Il cielo che il Padre abita sono i suoi figli.E capisco che a Dio manca qualcosa: all’amore manca di essere amato. È lì nell’ultimo della fila, mendicante di pane e di casa per i suoi amati: li vuole tutti dissetati, saziati, vestiti, guariti, consolati. E finché uno solo sarà sofferente, lo sarà anche lui. Davanti a questo Dio resto incantato, con lui mi sento al sicuro. E così farò anch’io, mi prenderò cura di un fratello, lo terrò al sicuro al riparo del mio cuore. Mi è d’immenso conforto sentire che il tema del giudizio non sarà il male ma il bene; non peccati, debolezze, difetti, ma gesti buoni, briciole gentili. Le bilance di Dio non sono tarate sul male, ma sulla bontà; non pesano tutta la nostra vita, ma solo la parte buona di essa. In principio e nel profondo, non è il male che revoca il bene, è invece il bene che revoca il male delle nostre vite. Sulle bilance del Signore una spiga di buon grano pesa più di tutta la zizzania del campo. Gesù mostra così che il “giudizio” è divinamente truccato, è chiaramente parziale, perché sono ammesse sole le prove a discarico. Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore (Giovanni della Croce), non su colpe o pratiche religiose, ma sul laico, umanissimo addossarci il dolore dell’uomo. La via cristiana non si riduce però a compiere delle buone azioni, deve restare scandalosa, più alta, provocatoria, ripetere che il povero è casa di Dio! Un Dio innamorato che canta per ogni figlio il canto esultante di Adamo per la sua donna: “Veramente tu sei carne della mia carne, respiro del mio respiro, corpo del mio corpo”. Poi ci sono anche quelli mandati via. La loro colpa? Hanno scelto la lontananza: lontano da me, voi che siete stati lontani dai fratelli. Non hanno fatto del male ai poveri, non li hanno umiliati o derisi, semplicemente non hanno fatto niente. Omissione di fraternità. Isolamento da paura perché “l’inferno sono gli altri” (J.P. Sartre). Invece no, il vangelo risponde: “mai senza l’altro”. Il Signore non guarderà a me, guarderà attorno a me, a quelli di cui mi son preso cura. Senza, non c’è paradiso.(Letture: Ezechiele 34,11-12.15-17; Salmo 22; Prima Corinzi 15,20-26.28; Matteo 25,31-46)