Ti aspettiamo, don Marco.

don Marco Carletto, finora parroco di Catena e Lancenigo, è stato nominato collaboratore pastorale della Collaborazione pastorale Treviso Est (parrocchie di Santa Maria del Rovere, San Pio X, Selvana e Fiera).

Benvenuto, don Matteo.

don Matteo Volpato, parroco di Fiera, è stato nominato amministratore parrocchiale della nostra parrocchia.
Domenica 18 giugno si è tenuta la messa di ingresso.

Dalla S. Messa di ingresso, Selvana, 18 giugno 2023

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

So che queste parole, padre Michele, le sono particolarmente care, nel suo stemma.. un po’ come un biglietto da visita.

Oggi le preferisco ad altri passaggi del vangelo odierno che potrebbero apparire quasi provvidenzialmente..sarcastiche sul numero o la qualità degli operai e della messe. Che non sono solo le messe, giocando con le parole.
Mi auguro possano aiutare tutti noi a dire un grazie onesto e sapiente al Padre per il dono mai scontato di una comunità cristiana, dei sacerdoti che l’hanno voluta e guidata, dei tanti laici, diaconi e consacrati che la ravvivano e sostengono.
Questa gratitudine possa ricordarci un volto di Dio che non ci ha certo abbandonati, perché magari da adesso, sarete chiamati a collaborare con una seconda parrocchia o dover prendere l’auto o la bici per andare a messa all’orario preferito o parlare con il parroco.
Per me questa è un’opportunità. E la ringrazio della fiducia che mi ha chiesto. Non sarà subito facile, certo, ma non è la prima volta che accompagno più parrocchie e per questo vedo orizzonti e intuisco significati con speranza e rassicurante realismo. Da vivere tutti allora non con rammarico, scontenti o col muso lungo per i diritti persi, ma con respiro ampio, cuore grande e a testa alta.
Abbiamo da oggi una grande occasione: siamo chiamati ad affrontare una nuova pagina di chiesa locale, per ravvivare in noi le motivazioni e chiarire i fini per cui ci diciamo magari anche accalorati… comunità e riconosciamo cristiani.

Giovedì sera coi due CPP ci siamo accorti che per praticità e comodità.. le ostie sono rotonde. Un’abitudine scontata che però nasconde altri significati. Come spesso nelle nostre comunità, dove se ci si ferma a quanto è comodo e privato, rotondo, si rischia di perdere il senso del tutto. Ci siamo confrontati sulla differenza tra le ostie rotonde, complete, intere, autoreferenziali… certo pratiche, e l’ostia magna che viene rotta in frammenti, particula significa proprio quello, a ricordarci che la comunione con Cristo risorto funziona anche mentre ci riconferma gli uni frammenti per e con gli altri… in comunione tra chiese sorelle e non rivali e che ogni frammento cioè la nostra vita, va bene così non imperfetta o -peggio-difettata (Il padre mica ci ha creati coi difetti) ma… complementare e magari corresponsabile.

Papa Francesco stesso, qualche settimana fa, rivolgendosi ai referenti diocesani del cammino sinodale della Chiesa italiana, ha ricordato che l’autoreferenzialità può essere una malattia per la Chiesa, se chiude a guardarsi solo allo specchio dicendo io, io, la mia chiesa, la mia parrocchia, i miei successi, le mie abitudini… dentro una visione stagnante e asfittica, contraria proprio al Vangelo. Ha chiesto di riscoprirsi “Chiesa che cammina con gioia, con umiltà e con creatività dentro questo nostro tempo, con le sue esigenze, nella consapevolezza che siamo tutti vulnerabili e abbiamo bisogno gli uni degli altri.” Come frammenti, dicevamo.
Ha chiesto di non aver paura di sentirsi inquieti e soprattutto vulnerabili. Parole preziose. Che bello essere cristiani e preti vulnerabili, che non hanno magari sempre tutte le risposte certe e rassicuranti ma si mettono assieme in cammino, non a cercare consensi. Agli stessi consigli pastorali e a tutti voi, ho chiesto la pazienza di sentirmi rispondere “non lo so” a tante domande che mi farete, assieme però a un “vedremo assieme”. ….lo scopriremo, ci proveremo e lo verificheremo assieme. Non sono Google.

So anche per certo che don Sandro ha lavorato bene, anche con me quest’anno e quindi non si può che proseguire in linea… fin da subito.
Mesi fa lei a nome della nostra Chiesa di Treviso mi ha chiesto anche di accompagnare spiritualmente il CEIS e la ringrazio.
Il contatto con persone che stanno patendo dipendenze, carcere e i conti con la propria presunta libertà mi fa sempre tanto bene; la loro umanità alle corde mi aiuta a scavare in me le motivazioni di una speranza davvero cristiana ed evangelica e a trovare uno stile missionario che mi fa bene come parroco, soprattuto un linguaggio non clericale o religioso che spesso rischia di restare in superficie.
Credo siano per tutti passaggi urgenti oggi per essere chiesa missionaria non per le cose che dai ma per l’accoglienza e la luce che sai offrire. Penso anche in questo alla chiesa in uscita che sarà la nostra scuola, così numerosa di tante famiglie e situazioni da scoprire e alle quali dedicarsi.

Come farai adesso a star dietro a tutto?… mi hanno chiesto.. la cosa non mi spaventa. Non sono qui per quello, per fare tutto io come un commesso del sacro ma per assicurarmi che tutto sia fatto magari da tutti.. tutti quelli che sono disponibili, non da chi saprebbe sempre cosa far fare agli altri… un tutto aderente al qui e ora possibile, che non è il passato nostalgico degli aneddoti e dei bei ricordi di una chiesa colma e piena di consensi e nemmeno il futuro incerto ..ma un presente che è dono, da accogliere e donarsi gratuitamente.
Abbiamo anche ricordato che dal basso, da anni, sono cresciute le attività partecipate tra Fiera e Selvana e che non sono certo pochi o indifferenti le esperienze già attive di collaborazione.

Pensando poi alla questione degli orari delle messe mi ricordo del dito e della luna.. cioè quei 6 giorni e 23 ore in cui, al di là dell’ora della messa, saremo chiamati assieme a non preoccuparci del cosa facciamo adesso con un solo prete ma del perché faremo quel che siamo chiamati a fare… mai come oggi abbiamo bisogno di lasciarci scalfire dai perché più che rassicurare dai come.
Troveremo assieme uno stile nuovo e una modalità capaci di aiutarci a crescere in questa nuova fase, magari senza troppa paura e senza ansia. Ancora Papa Francesco faceva notare una cosa che credo ci faccia bene ora che probabilmente ci sarà un po’ di confusione nell’avviare questa nuova duplice ma unica esperienza “Pensate al processo degli Apostoli la mattina di Pentecoste: quella mattina era peggio! Disordine totale! E chi ha provocato quel “peggio” è lo Spirito: Lui è bravo a fare queste cose, il disordine, per smuovere… Ma lo stesso Spirito che ha provocato questo ha provocato l’armonia. Entrambe le cose sono fatte dallo Spirito, Lui è il protagonista, è Lui che fa queste cose. Non bisogna avere paura quando ci sono disordini provocati dallo Spirito, ma averne paura quando sono provocati dai nostri egoismi o dallo Spirito del male. Affidiamoci allo Spirito Santo. Lui è l’armonia. Lui fa tutto questo, il disordine, ma Lui è capace di fare l’armonia, che è una cosa totalmente diversa dall’ordine che noi potremmo fare da noi stessi“.

Ringraziando don Giovanni, nostro vicario foraneo, e quanti tra voi e per voi stanno preparando un momento di festa o hanno preparato questa celebrazione, ci affidiamo a questo stesso Spirito di comunione e armonia.

Ecco io faccio nuove tutte le cose, dice Gesù, questo Spirito ci sostenga e accompagni in questo nostro nuovo cammino.

don Matteo

Orari PROVVISORI delle SS. Messe

I Consigli Pastorali di Fiera e Selvana hanno stabilito gli orari provvisori delle celebrazioni eucaristiche
(in vigore a partire da sabato 24 giugno e fino alla nomina di un collaboratore).

Orari S. Messe

Si veda la sezione con gli orari provvisori.

Commento al Vangelo di Padre Ermes Ronchi

XXV Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”». [...]

Guardo la giornata con gli occhi degli ultimi, quelli seduti in piazza con gli strumenti del loro lavoro posati giù, inutili, che sentono di avere fallito la loro missione, quella di procurare il pane: chi si sente incapace di badare ai suoi figli sta male, sta molto male. La chiamata che arriva inattesa, illogica, che basterà forse a procurare un boccone soltanto, è accolta subito, senza accampare scuse e senza chiedere dettagli, si va’ e si fa. Il proprietario che esce all’alba in cerca di braccianti, avanti e indietro dal campo alla piazza, per cinque volte fino a che c’è luce. Il padrone è solo un’immagine consolatoria della nostra vita spirituale o può dire qualcosa in termini di giustizia e solidarietà? Così gli ultimi operai che nessuno vede nessuno chiama. Siamo vigna di Dio: fatica e passione, il campo più amato. La terra intera è vigna amata, con i suoi grappoli gonfi di miele e di sole, ma anche con le sue vendemmie di sangue. Pressato da qualcosa che non è il lavoro in vigna: che senso ha reclutare lavoratori quando resta un’ora di luce? Il tempo di arrivare alla vigna, di prende-re gli ordini dal fattore, e sarà subito buio. Rivelatrici le parole del padrone: Perché ve ne state qui, tutto il giorno senza fare niente? Quegli uomini inerti producono un vuoto, provocano una mancanza di senso, il giorno attorno a loro si ammala. Questo accade perché la maturità dell’uomo si realizza sempre in tre direzioni: saper amare, saper lavorare, saper gioire. Nessuno ha pensato agli ultimi, allora ci penserà lui, non per il suo ma per il loro interesse, per i loro bambini, come virgulti d’ulivo attorno alla mensa senza pane. Quel cercatore di braccia perdute si interessi più degli uomini, e della loro dignità, che non della sua vigna; più delle persone che del profitto. Un grande. Accompagniamo questi ultimi braccianti fino a sera, al momento clou della paga. Primo gesto spiazzante: sono loro, gli ultimi arrivati, ad essere chiamati per primi, quelli che hanno lavorato di meno. Secondo gesto che stravolge la logica: loro che hanno lavorato un’ora soltanto, per una frazione di giornata ricevono la paga di una giornata intera. E capiamo che non si tratta di una paga, ma di altro modo di abitare la terra e il cuore. Quando poi arriva il turno di quelli che hanno lavorato dodici ore, portato il peso del caldo e della fatica, si aspettano, giustamente, pregustano un supplemento di paga. Ed eccoci spiazzati ancora. La paga è la stessa: «Non è giusto» protestano. È vero: non è giusto. Ma il padrone buono non sa nulla della giustizia, lui è generoso. Neppure l’amore è giusto, è di più. La giustizia non basta per essere uomini, tantomeno per essere Dio. Alla loro delusione risponde: No, amico, non ti faccio torto. Il padrone non toglie nulla ai primi, aggiunge agli ultimi. Non sottrae nulla, dona. Non è ingiusto, ma generoso. E crea una vertigine dentro il nostro modo mercantile di concepire la vita, sopra l’economia di mercato stende l’economia del dono: l’uomo più povero, senza contratto, viene messo prima del contratto di lavoro. La giustizia umana è dare a ciascuno il suo, quella di Dio è dare a ciascuno il meglio. Nessun imprenditore farebbe così. Ma Dio non lo è; non un imprenditore, non il contabile dei meriti, lui è il Donatore, che non sa far di conto, ma che sa saziarci di sorprese. Ti dispiace che io sia buono? No, Signore, non mi dispiace affatto, perché sono l’ultimo bracciante, perché so che uscirai a cercarmi ancora, anche nell’ultima luce.
(Letture: Isaia 55,6-9; Salmo 144: Filippesi 1,20c-24.27a; Matteo 20,1-16)

Interventi urgenti di recupero della copertura della Chiesa e della Canonica

Le molteplici infiltrazioni d’acqua dal tetto, rischiano di provocare il progressivo deterioramento nel tempo delle strutture portanti lignee, nonché evidenti danni alle murature ed agli intonaci sottostanti.

È l’ennesima emergenza cui la parrocchia cerca di porre rimedio chiedendo donazioni e aiuti.

RIPARIAMO LA NOSTRA CASA.

«Ci attende una sfida importante e ci sarà bisogno del contributo di tutti affinché la nostra comunità possa continuare a contare su una casa accogliente e sicura».

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IT97L0501812000000011678042
Le donazioni effettuate a favore della Parrocchia per lavori di restauro e risanamento conservativo,  sono detraibili dai redditi del donante nei limiti previsti di anno in anno dalla normativa fiscale vigente.