parrocchia di selvana
parrocchia di selvana:benvenuto!
parrocchia di selvana
parrocchia di selvana
parrocchia di cristo re in selvana treviso
parrocchia di selvana:benvenuto!
parrocchia di selvana
parrocchia di cristo re in selvana treviso
Nel rispetto della circolare del Ministro dell’Istruzione, le domande d’iscrizione si accetteranno a partire da lunedì 4 gennaio 2021, presentando il documento in originale presso la Segreteria della scuola (orario 9.00 – 13.00).
Le domande saranno accolte rispettando i criteri di precedenza riportati nei rispettivi regolamenti di scuola e nido.
Carissimi, benvenuti nella nostra comunità!
La parrocchia è una casa dove molte persone trovano il loro posto, un posto vivo, condiviso, familiare, dove si sta bene! È bello trovare sempre qualcuno che ci accoglie, che ci presenta ad altri e ci fa sentire di casa.
La parrocchia è anche una famiglia sempre in crescita, punto di riferimento per persone e famiglie, anche nuove arrivate, spesso alle prese con la novità del luogo, della situazione e con i consueti problemi di ambientamento e di relazione con i paesi di origine.
Per questo abbiamo pensato ad un momento di incontro per le “persone e famiglie nuove”, un’occasione di conoscenza semplice e festosa, un’opportunità per accogliere, essere accolti e superare l’indifferenza.
Vi invitiamo allora alla Festa dell’ACCOGLIENZA nella Parrocchia di Cristo Re Selvana.
Lunedì 11 maggio alle 20.30 in Oratorio (sala multimediale)
un incontro di presentazione e conoscenza: una semplice occasione, speriamo calorosa, per vedere chi siamo, cosa si fa, cosa c’è… termineremo con un po’ di rinfresco.
Domenica 17 maggio alle 11.00
Desideriamo e speriamo che possiate partecipare tutti.
Lo consideriamo un momento bello della nostra vita parrocchiale.
A tutti già da ora il mio e nostro più caro benvenuto!
don Sandro e il consiglio pastorale parrocchiale
Feriale e prefesitivo
Ore 18.30
Festivo
Ore 9,00 e 11,00
Intenzioni per le Messe: si ricorda che quando viene celebrato un funerale, alla sera non si celebra la santa Messa.
Se ci sono intenzioni verranno ricordate la sera dopo.
Gennaio 2021 |
||||||
---|---|---|---|---|---|---|
Lun | Mar | Mer | Gio | Ven | Sab | Dom |
1
|
2
|
3
|
||||
4
|
5
|
6
|
7
|
8
|
9
|
10
|
11
|
12
|
13
|
14
|
15
|
16
|
17
|
18
|
19
|
20
|
21
|
22
|
23
|
24
|
25
|
26
|
27
|
28
|
29
|
30
|
31
|
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro - dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete» (...).
I personaggi del racconto: un Giovanni dagli occhi penetranti; due discepoli meravigliosi, che non se ne stanno comodi e appagati, all'ombra del più grande profeta del tempo, ma si incamminano per sentieri sconosciuti, dietro a un giovane rabbi di cui ignorano tutto, salvo un'immagine folgorante: ecco l'agnello di Dio! Un racconto che profuma di libertà e di coraggio, dove sono incastonate le prime parole di Gesù: che cosa cercate? Così lungo il fiume; così, tre anni dopo, nel giardino: donna, chi cerchi? Sempre lo stesso verbo, quello che ci definisce: noi siamo cercatori d'oro nati dal soffio dello Spirito (G. Vannucci). Cosa cercate? Il Maestro inizia ponendosi in ascolto, non vuole né imporsi né indottrinare, saranno i due ragazzi a dettare l'agenda. La domanda è come un amo da pesca calato in loro (la forma del punto di domanda ricorda quella di un amo rovesciato), che scende nell'intimo ad agganciare, a tirare alla luce cose nascoste. Gesù con questa domanda pone le sue mani sante nel tessuto profondo e vivo della persona, che è il desiderio: cosa desiderate davvero? qual è il vostro desiderio più forte? Parole che sono «come una mano che prende le viscere e ti fa partorire» (A. Merini): Gesù, maestro del desiderio, esegeta e interprete del cuore, domanda a ciascuno: quale fame fa viva la tua vita? dietro quale sogno cammini? E non chiede rinunce o sacrifici, non di immolarsi sull'altare del dovere, ma di rientrare in sé, ritornare al cuore (reditus ad cor, dei maestri spirituali), guardare a ciò che accade nello spazio vitale, custodire ciò che si muove e germoglia nell'intimo. Chiede a ciascuno, sono parole di san Bernardo, «accosta le labbra alla sorgente del cuore e bevi». Rabbì, dove dimori? Venite e vedrete. Il maestro ci mostra che l'annuncio cristiano, prima che di parole, è fatto di sguardi, testimonianze, esperienze, incontri, vicinanza. In una parola, vita. Ed è quello che Gesù è venuto a portare, non teorie ma vita in pienezza (Gv 10,10). E vanno con lui: la conversione è lasciare la sicurezza di ieri per il futuro aperto di Gesù; passare da Dio come dovere a Dio come desiderio e stupore. Milioni di persone vorrebbero, sognano di poter passare il resto della vita in pigiama, sul divano di casa. Forse questo il peggio che ci possa capitare: sentirci arrivati, restare immobili. All'opposto i due discepoli, quelli dei primi passi cristiani, sono stati formati, allenati, addestrati dal Battista, il profeta roccioso e selvatico, a non fermarsi, ad andare e ancora andare, a muovere in cerca dell'esodo di Dio, ancora più in là. Come loro, «felice l'uomo, beata la donna che ha sentieri nel cuore» (Salmo 83,6).(Letture: 1 Samuele 3,3b-10.19; Salmo 39; 1 Corinzi 6,13c-15a.17-20; Giovanni 1,35-42)